martedì 8 marzo 2011

Facciamo sentire la voce del popolo della scuola

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Grazie ai lavoratori dei Monopoli

Care compagne e compagni,
sarei veramente ben lieto di festeggiare il prima possibile con i nostri tre giorni la caduta di questo comitato d'affari che ancora chiamano governo.
Ciò che mi sconforta però è che anche oggi, in CGIL, ho ascoltato compagni condividere le opinioni espresse da Cisl, Marcegaglie e pseudoministri vari...
Vorrei ringraziare quei lavoratori dei Monopoli; penso che il modo milgiore di farlo sia diffondere il loro scritto.
Ciao e grazie
Massimiliano

lunedì 7 marzo 2011

Ci riproviamo

Alla manifestazione di sabato 12 marzo per la difesa della Costituzione italiana.
L'idea è quella di una "Resistenza musicale permanente" che accusi il governo e incalzi l'opposizione.
Questa volta saremo amplificati e inseriti all'interno della manifestazione - insomma: "considerati".
Non ho voluto stare sul palco perché credo che una manifestazione non sia uno spettacolo: la gente non va "intrattenuta", ma va aiutata a tirar fuori quello che sente, quello che può dare.
Non ho voluto eseguire l'Inno di Mameli (mi scusino quelli che morivano dalla voglia) perché lo considero bruttino da troppi punti di vista.
"Bè" mi hanno risposto "purtroppo il Coro del Nabucco se l'è preso Bossi". Così ho pensato che fosse una buona occasione per riprenderselo. Una cosa alla volta.
Nel mio sogno canta tutta la piazza e tra di noi c'è la stessa atmosfera di collaborazione, impegno, felicità che ho visto il 13 febbraio.
E' fondamentale la presenza degli strumenti, se potete spargete la voce il più possibile.

paola porry pastorel

Non ne possiamo più

Non ne possiamo più. Ora basta sul serio. Non c'è più tempo da perdere. Ne va della nostra salute psicofisica e dell'autostima. Il sultano con la sua cricca e il suo harem se ne deve andare ora e subbito. Insegnante straprecario. Sciopero generale totale
Bra, 05.03.2011

sabato1952@alice.it





Perché non si fa uno sciopero dal basso il 6 maggio?

Una domanda: ma se lo sciopero è un diritto soggettivo costituzionalmente garantito, per quale motivo non si decide, dal basso, di fare uno sciopero generale vero il 6 di maggio?
Perché non organizziamo una grande manifestazione romana per quella data? Perché non ce ne freghiamo di Camusso &. C. e non proviamo a lanciare questo sciopero generale vero che forse, finalmente, conquisterebbe anche le altre sigle.
Tuttavia un altro appunto: sono un iscritto ai Cobas Scuola e penso: ma non potevano questi sindacati indirla loro, ora, la giornata del 6 come sciopero generale? Non potevano lanciarla loro la grande manifestazione romana? Vuoi vedere che alla fine in corteo ein piazza si sartebbero viste anche le bandiere della CGIL?
Finirà che gli scioperi USB e Cobas saranno oscurati come di solito o trattati come è d'uso nello spezzatino televisivo e quello CGIL sarà tanto se arriverà singhiozzando alla fine.
Ciao
Gabriele Turci

sabato 5 marzo 2011

Rendere da subito operative le rivendicazioni nel proprio posto di lavoro

Cari compagni, credo che la battaglia vada posta su due fronti: il primo é l'obbiettivo dello sciopero generale finalizzato alla costruzione di vero sindacato indispensabile alle classi sociali più deboli; l'altra questione invece é, che da subito bisogna attivarsi all'interno dei posti di lavoro non solo per propagandare uno sciopero generale che coinvolga tutti, ma anche per rivendicare i prori bisogni uscendo dalla logica della trattativa che da molti delegati (di qualsiasi sigla) viene applicata anche quando la controparte da per scontate le sue intenzioni, vedi come esempio l'eclatante ricatto di Marchionne sul referendum alla Fiat.

venerdì 4 marzo 2011

Mossa inevitabile e forse furbina?

Ok, la scelta della Cgil è, da una parte, quasi scontata, perchè troppa è stata la pressione dalla base; dall'altra, secondo me, spostata molto in là, come scrive anche Sergio, perchè forse il gruppo dirigente nazionale spera che nel frattempo succeda qualcosa, ossia la caduta di Berlusconi, in modo così magari da revocarlo. Secondo me, sul fronte della politica non accadrà niente: Fini, scornato dalle defezioni delle varie banderuole parlamentari, l'ha detto chiaro e tondo: quest'anno niente elezioni...
A questo punto direi che le prossime tappe sono la costruzione di coordinamenti autoconvocati regionali e/o locali e l'assemblea pubblica nazionale da costruire coi movimenti nel più breve tempo possibile. Perchè per il momento le castagne dal fuoco non ce le toglie nessuno...

Alberto Pantaloni - Rsu/Rls Slc-Cgil Comdata Torino
Così non va...

Riaprire immediatamente la discussione su data, forma e contenuti dello sciopero generale. Così non va. Finalmente, anche se con estremo colpevole ritardo, è stato deciso lo sciopero generale. Tuttavia è uno sciopero che nasce già depotenziato per la scelta di una data irragionevolmente distante dalla necessità di rispondere alla gravità dell'attacco padronale che non ha da venire... ma che è abbondamente iniziato e che prosegue, forse indisturbato. E' necessario costruire un ampio fronte sociale che, da subito, definisca obbiettivi e conseguenti forme di lotta. Non possiamo più permetterci mobilitazioni che rischiano di non apparire credibili ed efficaci di fronte alla pesantezza dell'attacco della Confindustria e del governo.
Costruire una piattaforma di unità sociale per una mobilitazione prolungata, questo è il compito a cui è chiamata la Cgil.

Sergio Bellavita, segretario nazionale Fiom

Cgil: sciopero generale il 6 maggio, quattro ore con manifestazioni territoriali


La dichiarazione di Susanna Camusso di uno sciopero generale Cgil il 6 maggio, di quattro ore,
con manifestazioni territoriali,
  • senza nessun riferimento alle pesanti responsabilità confindustriali nella aggressione ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, 
  • con la riaffermazione della volontà di riannodare il fili dell'unità triconfederale con Cisl e Uil, assolvendone i gruppi dirigenti rispetto alla dichiarata, esplicita e rivendicata complicità con il governo e con i padroni, 
  • senza una piattaforma politico-sociale all'altezza dello scontro, 
  • senza alcuna idea su come mobilitare quei milioni di precarie e di precari impossibilitati a partecipare ad una iniziativa di questo tipo, 
  • passando attraverso la revoca dell' sciopero dei lavoratori pubblici e della conoscenza, 
non può che essere vista come una proposta inefficace, testimoniale, smobilitante, capace di canalizzare la rassegnazione.
La rivendicazione di uno sciopero generale e generalizzato, vero, unitario, resta totalmente inevasa dalla indizione della giornata del 6 maggio.